Gv 6, 30-35 16 Aprile 2013

16.04.2013 08:51

 

Dal vangelo secondo Giovanni:
 
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
 
 
Molti uomini anche dei nostri giorni hanno la visione di Dio coincidente a quella che ne ha la gente di Cafarnao: un qualcuno di soprannaturale, di potente, che si affretta a sfamare il popolo compiendo miracoli. In fondo in fondo non ci interessa che cosa voglia Dio, o cosa lui pensi. So io qual è la mia felicità, a lui di esaudirla. Una eterna tangentopoli, ottengo favori da questo potentissimo amico in cambio di qualche promessa o qualche preghiera. Preghiera che poche volte consiste nel cercare la volontà di Dio e il più delle volte consiste nel convincere Dio ad esaudire la mia volontà. Un Dio che sfama, insomma, un Dio assicuratore a cui mi rivolgo per quadrare la vita. Una pretesa assurda, che finisce col distaccarmi completamente da questa Presenza che, incompresa, fugge lontano. Per cosa cerchiamo Gesù? Per cosa lo inseguiamo, ansiosi di vedere esaudito qualche nostro progetto? Mi viene in mente un aneddoto dei Padri del deserto: un monaco egiziano disse a un anacoreta siriano, tutto eccitato, che voleva andare in città a vedere un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti. L'altro monaco, sorridendo disse: "Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate "santo" chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo "santo" chi piega la propria volontà a quella di Dio". Gesù, amante ferito, replica, disputa, cerca di convertire il nostro cuore e ci porta ad una riflessione: nella nostra vita c'è una fame e una sete insaziabili che attraversano e motivano tutti i nostri desideri. E' la ricerca della felicità a cui disperatamente aneliamo. Purtroppo, però, spesse volte decidiamo (o presumiamo?) noi in cosa riporla. E Dio dovrebbe darci una mano. No, fratelli, no. Lui e Lui solo può saziare, Lui solo può portarci a non avere più fame e più sete. Lui solo è la salvezza. Non lasciamoci sfuggire l'occasione di riempire il nostro cuore, non corriamo il rischio di morire di sete a pochi metri da una sorgente d'acqua! 
 
Dacci oggi e sempre questo pane, Signore!
 
Buona Giornata. Luigi.