Mc 9, 14-29 20 Maggio 2013
20.05.2013 09:39
Dal vangelo secondo Marco:
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Gli apostoli si sono un po' montati la testa; d'altronde – che diamine! – è da tempo che seguono il Maestro Gesù, hanno visto come opera, sono in grado di imitarne, più o meno, i gesti e le parole. Assistiamo così, oggi, alla peggiore delle figure narrate dagli evangelisti (criterio di verità: voi scrivereste un libro di fantasia in cui fate una pessima figura?): gli apostoli, contattati da questo povero padre di famiglia, pensano di non avere bisogno di disturbare il Signore Gesù, la misura del loro doppio fallimento – di fronte a questo pover'uomo e rispetto a Gesù – è bene evidenziata da Marco. La ragione del loro fallimento, spiega alla fine Gesù, è nell'assenza di coinvolgimento degli apostoli: la guarigione è frutto di una lotta contro il male, richiede sacrificio e compassione, non si tratta di giocare a fare i maghetti di turno! Il padre del ragazzo epilettico, però, dona agli apostoli e a noi una lezione memorabile: sollecitato da un Gesù piuttosto alterato dall'accaduto, sentendosi stimolato ad avere più fede, questo pover'uomo formula una delle preghiere più toccanti dell'intero vangelo: "Signore io credo, ma tu sostieni la mia incredulità". Sì, Signore, tu conosci la misura della nostra fragilità, tu sai della fatica del nostro vivere.
Sostienici, Signore, quando la nostra fede vacilla!
Sostienici, Signore, quando la nostra fede vacilla!
Buona Giornata. Luigi!