Mt 16, 13-19 22 Febbraio 2013- Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo

22.02.2013 09:45

 

Dal vangelo secondo Matteo:
  
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 
 
Pietro... Pietro il pescatore di Cafarnao, uomo rude e semplice, di grande passione e istinto, Pietro che segue il Maestro con irruenza, poco abituato alle sottili disquisizioni teologiche, Pietro che ama profondamente Gesù, che ne scruta i passi, Pietro il generoso e che pure sa poco di diplomazia e il più delle volte interviene grossolanamente e a sproposito... Pietro che viene scelto, proprio lui, non Giovanni il mistico, per essere il capo del gruppo, per garantire nella fede i fratelli. 
Qui la storia di Pietro ha un'impennata inattesa, brutale; Pietro dovrà essere masticato dalla croce, sbattere pesantemente il naso contro il proprio limite, piangere amaramente la propria fragilità per poter essere davvero il punto di riferimento dei cristiani. Nessuno di noi conosce la sua fede fino a quando questa non è messa alla prova: così Pietro che si sentiva ormai adulto nella fede, fondato nelle sue convinzioni, deve fare i conti con la sua (che è la nostra) paura e rinnega il Maestro e piange. 
E' bello ricordare, infine, quell'incontro, splendido, unico, al lago di Tiberiade, l'incontro col risorto che gli chiede, ora, di amarlo. E Pietro abbassa lo sguardo, sente tagliente bruciare la ferita dentro di sé. Eppure crede, eppure ama: ora sì, è davvero capace di confermare i fratelli, ora sì, sul serio, può accompagnare il cammino dei fratelli. 
 
Grande Pietro, noi ti amiamo. Uomo abituato alle ruvide corde, all'odore pungente del pesce, alle lunghi notte passate a governare la barca, sei stato scelto per esserci pastore, per custodire la fede, Non migliore di noi ma vero, autentico, capace di piangere i tuoi sbagli. Per questo pianto noi ti amiamo, Pietro, per questo silente singhiozzare di uomo fedele perché la tua fragilità e la tua paura sono le nostre. A Pietro il Signore chiede di conservare la fede, di tenerla intatta, di lasciarla crescere dentro di se e confermare i fratelli. Perché mai Pietro è stato scelto come garante della nostra fede? Perché crede. 
 
È l'unico che si è buttato nel lago andando incontro a Gesù che cammina sulle acque, impulsivo come sempre. Allora, amici, quando parliamo di Pietro, dell'attuale Papa, ma anche del prossimo che a breve sarà eletto, per cortesia, andiamo all'essenziale: non si tratta di idolatrare un uomo o di denigrarlo, non importa che mi stia più o meno simpatico o che dica cose che mi aggradano o mi diano fastidio: Pietro, ancora oggi è lì a garantirci che la fede che annunciamo è la stessa che da duemila anni professano i discepoli del Maestro. 
 
Allora come Pietro 2000 anni fa, anche noi diciamo: Maestro, tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente...
 
Buona Giornata. Luigi.