Mt 17, 10-13 15 Dicembre 2012

15.12.2012 11:35

 

Dal vangelo secondo Matteo:
 
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». 
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». 
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.  
 
Secondo la tradizione giudaica, l'arrivo del Messia sarebbe stato preceduto dal ritorno glorioso di Elia, intrepido profeta salito in cielo su di un carro di fuoco sotto gli occhi del profeta Eliseo, suo successore. Elia, vissuto in un momento di grave crisi di identità del paese, aveva saputo riportare la maggioranza degli ebrei all'alleanza col Dio di Mosé, allontanandolo, così, dalle divinità pagane importate dalla regina Gezabele. Gesù identifica Giovanni con Elia e, di conseguenza, se stesso con il Messia. Ma, purtroppo, i capi dei sacerdoti e i farisei, i sadducei e gli scribi non lo hanno riconosciuto, come, invece, ha fatto il popolo, e lo hanno trattato come hanno voluto, prendendolo per un matto originale, sminuendo il suo carisma, smorzando la sua predicazione. Si fa così con i profeti scomodi, li si guarda con commiserazione, come se fossero dei fenomeni da baraccone, come degli eccessivi tollerati dalla magnanimità, invece di convertirsi. Spalanchiamo gli occhi della mente e del cuore per riconoscere i tanti profeti che, senza stancarsi, ancora ci parlano del Signore e ci preparano alla venuta del Dio che viene nei nostri cuori...
 
Buona giornata. Luigi.