Paolo di Tarso (Parte Prima)

14.12.2012 09:59

 

C'era una volta...
ieri eravamo rimasti qui... in una famiglia ebrea e osservante della legge un bimbo al quale viene dato il nome di Saulo.
Ricorda il nome di un glorioso re d'Israele, che ha cambiato la storia del suo popolo.
Ama le sfide della vita, fermo, dotato di fantasia accesa, di un'intelligenza acutissima, capace di gesti profondi e coraggiosi, ma bisognoso di comunicare i propri ideali.
Un giovane, appunto, che da pieno sapore alla sua vita.
Ma ha nel cuore una spina di inquietudine che lo mette sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di inedito, di più spazioso.
Sperimenta il fallimento e con chiarezza lo ammette, sente che qualcuno lo aspetta oltre lo steccato della sua intrepidezza.
Saulo è cittadino di tre mondi, di tre culture...ebraica, greca e romana e per questo cambierà il suo nome da Saulo a Paolo, per avere un carattere di universalità.
Paolo non è rurale, lo è Gesù. Saulo è figlio della città, dello sport, della lotta.
Gesù è nato negli ambienti poveri, Paolo invece era figlio di un rabbino benestante.
Paolo era teologo, Gesù (ironia della sorte) operaio rurale.
L'incontro con Gesù oltre a cambiargli la vita, lo porterà fuori dalle culture che lo caratterizzavano, senza rinnegarle, ma valorizzandole...
Colgo il primo immediato messaggio che Paolo ci lascia.
Il nostro è un mondo che deve fare i conti con una società a più voci... e in questo contesto rischiamo di incappare in due estremismi, entrambi negativi e dannosi per la mente e per il cuore.
Il primo è l'estremismo religioso, il fondamentalismo. Lo stesso errore in cui incappò Paolo quando furente camminava verso Damasco, per affrontare la “setta dei cristiani”...Sono diversi? (pensava lui), vanno eliminati... Attenzione a questo pericolo che serpeggia anche oggi in molte religioni e ahimè, anche in quella cattolica.
L'altro eccesso è il relativismo, l'indifferenza religiosa e di speranza...
annullati, cancellati e omologati...eliminare tutti i simboli di fede per costruire un orizzonte senza identità....
la soluzione come al solito sta nella via di mezzo...che non vuol dire scendere a compromessi...ma riconoscere le diversità e valorizzarle...nel massimo rispetto e nel più paziente dialogo...
un cammino non semplice, ma possibile...e nostro dovere è impegnarci... (to be continued)