Parola del giorno- Gv 15, 1-8 9 Maggio 2012

09.05.2012 08:53

Dal vangelo secondo Giovanni- Gv 15, 1-8


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
 
Cos'è la Chiesa? Gesù non ha dubbi: i tralci innestati alla vite. Già: così banale da essere dimenticata. La Chiesa non è solo organizzazione, gerarchia, dottrina, ma anche compagnia, il clan, il raduno di coloro che hanno incontrato Cristo e ne sono rimasti affascinati e coinvolti e innestati. Guardiamoci: siamo diversi, stupendamente diversi, per età, cultura, provenienza, convinzioni. Diversi al punto da sembrare lontani. Eppure una cosa ci unisce. Meglio: un qualcuno. Gesù di Nazareth. E, se è vero questo, le differenze diventano ricchezze, non divisioni, e il mio vicino diventa fratello nella fede. Se ci allontaniamo dal ceppo, allora le differenze diventano insanabili, motivo di disputa. Eppure, Gesù lo sa bene dopo l'esperienza, a tratti fallimentare, dei dodici: stare assieme è così difficile: gelosie, invidie, protagonismi, virate fuori rotta. Leggete i Vangeli: coloro che Gesù ha scelto per annunciare il suo Regno ne escono grottescamente litigiosi e tardi nel credere. Noi, invece, per noi pretendiamo la perfezione di un ambiente asettico e coerente. Che contraddizione! Pretendiamo per noi ciò che Cristo non ottenne dai suoi! Eppure questi dodici, dopo la potatura dolorosissima della croce, capiranno. Dopo l'incendio dello Spirito, passeranno la vita a raccontare di Lui, a celebrare Lui, ad aspettare Lui. La Chiesa non è la comunità dei perfetti, è la comunità dei riconciliati. Di quelli che, nella pesantezza dei propri limiti, hanno incontrato la misericordia infinita di Dio e perciò sanno cos'è il perdono e la misericordia. Non chiedete intransigente coerenza a un cristiano. Chiedetegli misericordia e capacità di perdonare, perché lui è perdonato. Se le nostre comunità vivessero in questa prospettiva! 

Senza di te non siamo nulla, lontano dall'esperienza della comunità che tu hai voluto, diventiamo sterili. Pota ciò che non porta frutto, Signore e Maestro nostro!
 
Buona giornata. Luigi.