Parola del Giorno- Mt 25, 1-13 9 Agosto 2012- Festa di Santa Teresa Benedetta della Croce
09.08.2012 08:29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Dal vangelo secondo Matteo-Mt 25, 1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Nella sua versione la bella parabola nuziale ha un non so che di lugubre.
Il matrimonio in Israele avveniva per tappe e la prima fase prevedeva che lo sposo si dirigesse nella casa del futuro suocero per prendere in sposa la figlia. Ad accoglierlo vi erano tutte le ragazze del villaggio, le amiche della sposa, che lo conducevano ridendo verso la sua futura moglie e, nel caso l'evento si fosse svolto all'imbrunire, giungevano ad accompagnarlo munite di lampade ad olio.
Fin qui nulla di strano: la parabola descrive questa usanza, ma probabilmente Matteo ha preso le parole dette da Gesù aggiungendone altre dette dal Maestro in altre occasioni, per forzarne il significato.
Visto che Israele nella Bibbia è chiamata la sposa, il significato della parabola udita dalle labbra di Gesù è evidente: nell'uditorio che si trova dinanzi alcuni sono come le vergini sagge ed altri come quelle stolte; alcuni, cioè, accolgono Gesù come sposo e Messia, altri no.
Niente di originale, insomma.
Perché, allora, la versione di Matteo è così strana?
Le vergini sagge sono delle gran egoiste, lo sposo è perlomeno strano ad arrivare di notte e pretendere di essere accolto, le vergini stolte sono piuttosto confuse andando a cercare dell'olio nel cuore della notte! Ma la cosa paradossale è la conclusione: Gesù invita a vegliare.
Peccato che anche le vergine sagge si siano addormentate!
Allora?
Matteo fa per la sua comunità quello che io sto facendo per voi: attualizza la Parola.
Come emerge in filigrana nella lettera di Paolo, le comunità cristiane, euforiche, attendevano l'arrivo del Messia da un momento all'altro. Alcuni, addirittura, avevano smesso di lavorare! Ma, visto che il Signore tardava, un parte dei discepoli tirava i remi in barca, lasciandosi andare. A loro, non più ad Israele, è rivolta questa dura parabola.
Noi cristiani, visto che il Signore è in ritardo, e lo è sempre di più, corriamo il rischio di farci delle solenni dormite.
Il mondo va allo sfascio e noi, invece di insistere e di restare fedeli, cediamo alle lusinghe del mondo e diventiamo dei cristiani sonnecchianti.
Il rischio resta, lo vediamo bene.
Comunità paralizzate dall'abitudine, che non solo non aspettano la venuta del Messia, ma che nemmeno si ricordano che deve arrivare!, vivono nel mondo completamente omologate alla logica mondana. La fede è ridotta a blanda appartenenza culturale e nessuno trasforma la propria vita in una profezia di un mondo nuovo.
Così dovrebbe/potrebbe essere la nostra comunità, la nostra Chiesa, fatta da persone semplici e modeste che sanno ancora tenere la lampada della speranza accesa in questo gran buio che ha avvolto il mondo.
Speriamo.
Il matrimonio in Israele avveniva per tappe e la prima fase prevedeva che lo sposo si dirigesse nella casa del futuro suocero per prendere in sposa la figlia. Ad accoglierlo vi erano tutte le ragazze del villaggio, le amiche della sposa, che lo conducevano ridendo verso la sua futura moglie e, nel caso l'evento si fosse svolto all'imbrunire, giungevano ad accompagnarlo munite di lampade ad olio.
Fin qui nulla di strano: la parabola descrive questa usanza, ma probabilmente Matteo ha preso le parole dette da Gesù aggiungendone altre dette dal Maestro in altre occasioni, per forzarne il significato.
Visto che Israele nella Bibbia è chiamata la sposa, il significato della parabola udita dalle labbra di Gesù è evidente: nell'uditorio che si trova dinanzi alcuni sono come le vergini sagge ed altri come quelle stolte; alcuni, cioè, accolgono Gesù come sposo e Messia, altri no.
Niente di originale, insomma.
Perché, allora, la versione di Matteo è così strana?
Le vergini sagge sono delle gran egoiste, lo sposo è perlomeno strano ad arrivare di notte e pretendere di essere accolto, le vergini stolte sono piuttosto confuse andando a cercare dell'olio nel cuore della notte! Ma la cosa paradossale è la conclusione: Gesù invita a vegliare.
Peccato che anche le vergine sagge si siano addormentate!
Allora?
Matteo fa per la sua comunità quello che io sto facendo per voi: attualizza la Parola.
Come emerge in filigrana nella lettera di Paolo, le comunità cristiane, euforiche, attendevano l'arrivo del Messia da un momento all'altro. Alcuni, addirittura, avevano smesso di lavorare! Ma, visto che il Signore tardava, un parte dei discepoli tirava i remi in barca, lasciandosi andare. A loro, non più ad Israele, è rivolta questa dura parabola.
Noi cristiani, visto che il Signore è in ritardo, e lo è sempre di più, corriamo il rischio di farci delle solenni dormite.
Il mondo va allo sfascio e noi, invece di insistere e di restare fedeli, cediamo alle lusinghe del mondo e diventiamo dei cristiani sonnecchianti.
Il rischio resta, lo vediamo bene.
Comunità paralizzate dall'abitudine, che non solo non aspettano la venuta del Messia, ma che nemmeno si ricordano che deve arrivare!, vivono nel mondo completamente omologate alla logica mondana. La fede è ridotta a blanda appartenenza culturale e nessuno trasforma la propria vita in una profezia di un mondo nuovo.
Così dovrebbe/potrebbe essere la nostra comunità, la nostra Chiesa, fatta da persone semplici e modeste che sanno ancora tenere la lampada della speranza accesa in questo gran buio che ha avvolto il mondo.
Speriamo.
Buona Giornata. Luigi.