Parola del giorno-Mt 5, 17-19 13 Giugno 2012 Memoria di Sant'Antonio da Padova

13.06.2012 16:13

Dal vangelo secondo Matteo-Mt 5, 17-19


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
 
Gesù, amici, non è venuto a cambiare una virgola dell'alleanza con Israele, ma la porta a compimento. Permettetemi oggi, allora, di parlarvi dei nostri fratelli maggiori, del popolo di Israele, a cui Dio ha promesso la fedeltà nei secoli. Lo dico perché a volte si è tentati di vivere fede come se esistesse solo il Nuovo Testamento, come se non ci fosse, prima di Gesù, ebreo, una lunga ed entusiasmante storia di amicizia e di amore con questo popolo straordinario. Non scordiamoci mai che Gesù e gli apostoli e la prima comunità era composta esclusivamente da figli di Israele e che, almeno per i primi decenni, i discepoli del Nazareno vennero considerati alla stregua di una delle tante scuole di pensiero del giudaismo. Poi accadde l'inatteso: la piccola comunità divenne portatrice di un messaggio, il vangelo, che dilagò a vista d'occhio nell'Impero romano, e le incomprensioni con i fratelli ebrei aumentarono. Accusati di non avere riconosciuto il Messia, i Giudei subirono, accanto al disprezzo dei popoli occidentali basato sul più bieco razzismo, una ahimé sconsiderata disapprovazione da parte dei fratelli cristiani. Il resto è storia: se la Shoà e la tragedia del nazismo – ideologia pagana e lontana anni luce dal cristianesimo – non coinvolgono direttamente la fede cristiana, bisogna pur ammettere che il clima, creatosi nei secoli, di avversione verso i fratelli ebrei era in gran parte debitore di una posizione cristiana. La storia è dura da cancellare, ma i passi di riavvicinamento e di rispetto verso i nostri fratelli maggiori si sono moltiplicati sotto il luminoso Pontificato di Giovanni Paolo II. Se per noi l'ebraismo è sfociato nel cristianesimo, esiste ancora una parte del popolo ebraico che ha conservato fedelmente la Parola di Dio, e l'ha sviluppata in maniera del tutto originale in questi due millenni. A noi l'onere e la gioia di leggere, di conoscere e di stimare quanto detto e scritto dai nostri fratelli ebrei, depositari dell'alleanza e della promessa irrevocabile fatta dal loro e nostro Dio. 

Dio d'Israele, Dio fedele, Gesù non ha cambiato neppure una virgola della tua Legge. Donaci la fedeltà alla tua Parola che – pur tra mille persecuzioni – i nostri fratelli ebrei hanno avuto, affinché tutti gli uomini possano rendere gloria al tuo nome!
 
Buona giornata. Luigi.