Almeno 16 persone sono rimaste uccise in un attacco armato contro una chiesa cristiana nel centro nord della Nigeria. L'attacco è stato confermato da Gabriel Olorunyomi, comandante dell'esercito nello stato di Kogi, senza aggiungere altri dettagli. Residenti locali hanno accusato dell'eccidio membri della setta islamista dei Boko Haram.
Il gruppo terrorista, intanto, alza il tiro. Ieri il presidente cristiano Goodluck Jonathan, ha condannato la richiesta del gruppo fondamentalista Boko Haram di dimettersi e di convertirsi dal cristianesimo all'Islam. "Quando i nigeriani votarono nel 2011 Jonathan come loro presidente", ha affermato il suo portavoce, Reuben Abati, "sapevano che stavano votando per un cristiano. In qualità di presidente Jonathan è il leader sia dei musulmani sia dei cristiani", e di certo "non può essere intimidito da nessun individuo o gruppo di persone: Jonathan ha ricevuto dai nigeriani il mandato di servire la patria e nessuno mai potrà chiedergli di dimettersi".
La richiesta era stata presentata dal leader di Boko Haram in persona, Abubakar Shekau, che in un video postato su Youtube si era rivolto direttamente a Jonathan invitandolo "ad abbandonare il potere, pentirsi e abiurare al cristianesimo". Jonathan è il primo presidente cattolico della Nigeria. Nello stesso video Shekau si scaglia contro il presidente Usa, Barack Obama, ricambiandogli la definizione di "terrorista".
L'amministrazione americana nelle scorse settimane aveva infatti inserito Shekau e altri due leader di Boko Haram, ma non l'intero gruppo, nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionalì.
Boko Haram, che in teoria afferma di voler islamizzare l'intera nazione, è responsabile dal 2009 della morte di almeno 1.600 persone in Nigeria. Le ultime violenze rivendicate o attribuite a Boko Haram risalgono a domenica quando un'auto bomba è andata a schiantarsi contro una pattuglia di militari a Damaturu, capoluogo dello stato nord-orientale di Yobe, uccidendo alla fine otto persone, sei soldati e due civili. Nello stesso giorno, ma un pò più a est, a Maiduguri, capoluogo di Borno, un commando armato ha freddato un poliziotto e un impiegato in pensione dell'ufficio immigrazione.
Il gruppo terrorista, intanto, alza il tiro. Ieri il presidente cristiano Goodluck Jonathan, ha condannato la richiesta del gruppo fondamentalista Boko Haram di dimettersi e di convertirsi dal cristianesimo all'Islam. "Quando i nigeriani votarono nel 2011 Jonathan come loro presidente", ha affermato il suo portavoce, Reuben Abati, "sapevano che stavano votando per un cristiano. In qualità di presidente Jonathan è il leader sia dei musulmani sia dei cristiani", e di certo "non può essere intimidito da nessun individuo o gruppo di persone: Jonathan ha ricevuto dai nigeriani il mandato di servire la patria e nessuno mai potrà chiedergli di dimettersi".
La richiesta era stata presentata dal leader di Boko Haram in persona, Abubakar Shekau, che in un video postato su Youtube si era rivolto direttamente a Jonathan invitandolo "ad abbandonare il potere, pentirsi e abiurare al cristianesimo". Jonathan è il primo presidente cattolico della Nigeria. Nello stesso video Shekau si scaglia contro il presidente Usa, Barack Obama, ricambiandogli la definizione di "terrorista".
L'amministrazione americana nelle scorse settimane aveva infatti inserito Shekau e altri due leader di Boko Haram, ma non l'intero gruppo, nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionalì.
Boko Haram, che in teoria afferma di voler islamizzare l'intera nazione, è responsabile dal 2009 della morte di almeno 1.600 persone in Nigeria. Le ultime violenze rivendicate o attribuite a Boko Haram risalgono a domenica quando un'auto bomba è andata a schiantarsi contro una pattuglia di militari a Damaturu, capoluogo dello stato nord-orientale di Yobe, uccidendo alla fine otto persone, sei soldati e due civili. Nello stesso giorno, ma un pò più a est, a Maiduguri, capoluogo di Borno, un commando armato ha freddato un poliziotto e un impiegato in pensione dell'ufficio immigrazione.