Parola del giorno- Lc 1, 26-38 26 marzo 2012 solennità dell'Annunciazione del Signore

26.03.2012 08:54

Dal vangelo secondo Luca- Lc 1, 26-38


In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
  
 
Far nascere Dio. Farlo rinascere. 
Lasciare che sia lui a illuminare le nostre vite, le nostre quotidianità, le nostri crisi finanziare previste o meno. Non per fuggire una realtà sempre più tenebrosa, ma per darle un nuovo orizzonte. 
Abbiamo già sperimentato una vita basata sull'apparenza, sulla corsa all'immagine e all'apparenza, abbiamo già visto cosa significa sbattersi per potersi permettere l'ultimo marchingegno elettronico, abbiamo già visto come si sta nel paese dei balocchi in cui la volgarità diventa il nuovo linguaggio e il pettegolezzo viene sdoganato e trasformato in virtù, abbiamo visto cosa succede se l'economia diventa la nuova ideologia dominante. 
Abbiamo già dato, grazie. 
Ora ridateci Dio. 
Il Dio di Gesù. Il Dio bambino. Il Dio inutile. 
Quello annunciato da profeti, atteso e riconosciuto con stupore dal Battista, quello che ci raggiunge ogni giorno, che chiede di nascere in ogni uomo.
Il racconto evangelico odierno ha dell'incredibile: 
Prendete l'adolescente e acerba ragazzina di Nazareth, ad esempio. 
Se proprio Dio vuole nascere, perché lo fa in un buco di paese mai citato nella Bibbia, ai margini delle grandi vie di comunicazione, in un posto brullo in cui la gente viveva nelle caverne? 
Perché con una ragazzina di tredici anni? 
Perché non a Roma, in casa dell'Imperatore? Perché non oggi, con i satelliti e internet? 
Così è Dio. Imprevedibile. 
E Maria ci insegna le altre caratteristiche per far nascere Dio nella nostra vita. 
Non importa cosa facciamo, o se siamo persone straordinarie. 
Nella quotidianità nasce Dio. Anche se abitiamo in un paesino di provincia poco allettante e poco famoso (non è il caso di Senise ). Anche se non abbiamo grandi qualità e non riusciremo mai ad emergere dall'anonimato. 
Anche se non facciamo parte dei vip di questo mondo. 
Dio non nasce nelle persone che se lo meritano, e nemmeno nelle persone particolarmente religiose. 
Dio non nasce se siamo preparati teologicamente. 
Dio nasce nei cuori che ancora si sanno stupire, come sanno fare gli adolescenti. 
Come Maria, appunto. 
Luca riprende lo schema delle tante "annunciazioni" presenti nella Bibbia. 
Poco importa come si siano svolti i fatti: così Luca ce li racconta. E ci stupisce. 
Non la moglie dell'imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, sceglie Dio, ma la piccola adolescente Mariam (la bella). 
A lei chiede di diventare la porta d'ingresso per Dio nel mondo. 
Cosa direste se domattina vi arrivasse una figlia o una nipote o una compagna di scuola dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare il mondo? Appunto. 
Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo basiti (noi, razionali figli di Piero Angela) davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, davanti all'ardire di una figlia di Sion che parla alla pari con l'Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti. 
Scegliere Nazareth, un paese occupato dall'Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un'epoca sprovvista di mezzi di comunicazioni, per incarnarsi, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull'essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé, sui risultati imprevisti e sconcertanti
Che volete, così è il nostro Dio, e allora lasciamoci incontrare! Buona giornata a voi tutti! Luigi.