Parola del giorno-Gv 11, 45-46 31 Marzo 2012

31.03.2012 12:54

 

Dal vangelo secondo Giovanni- Gv 11, 45-46
 
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. 
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
 
 

E' andata. Decisione presa, condanna sentenziata. Il Sinedrio si è pronunciato e Caifa conferma la fama che lo circonda, e che la storia ci restituisce, di uomo cinico e avido, attaccato al suo ruolo e al suo potere. Difficile ministero quello di Caifa', in tempi difficili. In fondo, siamo seri, Caifa ha più di una ragione: i romani, pur tolleranti verso i paesi occupati, mal digeriscono questa pretesa diversità della Palestina: hanno già concesso molto, moltissimo: la reggenza di un re, il mantenimento del culto, la guardia del tempio ebrea, il tribunale del Sinedrio (senza potere, però), una moneta senza immagine dell'imperatore. Ma il troppo è troppo: Ponzio Pilato non è forse pericoloso e arrogante? Ben diverso dagli altri governatori, non sarà proprio la sua intemperanza a stroncargli la carriera? No, meglio non avere guai, una rivolta popolare sarebbe un guaio insanabile. Meglio che un uomo muoia per tutto il popolo. Tragicomica profezia del Sommo sacerdote: davvero Gesù morirà per dare la vita a tutto il popolo! Bei ragionamenti, analisi corrette, soluzione ineccepibile, salvo il fatto che ad essere ucciso, oltre al buon senso e alla giustizia, sarà proprio Dio. 

Da tutti i tatticismi, dai compromessi, dalle eccessive distinzioni che rischiano di spazzare via la verità, liberaci, o Signore! Buona giornata a voi tutti.Luigi!